La Terra chiama
Appuntamento a Torino, da giovedì 21 ottobre a lunedì 25, con l’eccellenza delle produzioni agroalimentari mondiali. Il Salone del Gusto, nell’ex stabilimento Fiat del Lingotto , è una finestra spalancata sul pianeta. Da cui sbirciare, assaggiando, culture e cibi.
L’evento, noto ai gourmet, in un viaggio virtuale intorno al mondo lungo cinque giorni, richiama a sé l’immenso patrimonio culturale e gastronomico che percorre i cinque continenti. E in questa abbuffata dove si concentra lo scibile del gusto, non potevano mancare le cucine di strada, angolo dedicato all’espressione delle culture locali e tradizionali, fatte di gesti antichi che contrastano con il moderno fast food. Come la descrivono al Salone: “Una sezione antica della gastronomia con radici salde nelle culture delle popolazioni che la praticano, capace di adattarsi ai caratteri del mangiare moderno, conservando tuttavia le connotazioni e i principi originari. È la nostra idea di fast food, presente in tutto il mondo, ma diversa in ogni luogo. È la risposta gastronomica vincente all’omologazione globale del gusto”.
Tra le novità il farro al cartoccio giunto a Torino dai monti della Garfagnana . Il cereale toscano fregiato della Igp è in compagnia della focaccia di Recco , prelibatezza dalle origini forse risalenti addirittura alla terza crociata fatta di olio, formaggetta e farina cotti su una pietra d’ardesia coperta che diventano uno dei simboli gastronomici della Liguria.
A rappresentare la Liguria ci sarà anche la celebre farinata , una sorta di frittata di farina di ceci molto diffusa sulla costa dell’alto Tirreno, dal livornese fino alla Costa Azzurra, dove cambia nome secondo località (cinque e cinque, cecina, torta, calda, socca).
Le frittelle di farina di ceci dette cuculli di lattuga e cipolline, le focaccette fritte al formaggio sempre genovesi. Dalle Marche un classico della tradizione con le olive all’ascolana , frutto quasi scomparso difeso dal marchio Dop .
Ci sono la piadina romagnola , le bombette (carne di manzo ripiene di formaggio e prosciutto), le panelle e gli arancini fritti (linkare a ) siciliani. Dalla Sardegna arrivano le frittelle dolci di formaggio sas sevadas , mentre il Piemonte fa gli onori di casa nell’insolita veste della pasta ripiena al cartoccio.
La Cina porta gli spiedini di carne e gli involtini primavera, la tradizione curda il kebab .
Un angolo di tutto rispetto è quello riservato alle Comunità di Terra Madre. Contadini, allevatori, pastori, piccoli produttori giungono dai luoghi più sperduti del pianeta per rispettare l’appuntamento di Torino, carichi delle loro certezze millenarie. Molte le curiosità, fra queste vi segnaliamo: il pane degli Aymara dal Perù, al confine con la Bolivia, dove la comunità Aymara utilizza ancora le tecniche dei propri avi per coltivare la quinoa, la kañihua e più di 50 varietà di patate.
Sono poco meno di duecento contadini che partecipano alle attività di allevamento, coltivazione e trasformazione dei prodotti. Il pane di mais blu (il piki) dei nativi americani del New Mexico, preparato dalle donne posando manualmente un sottile strato di pastella su una pietra piatta e calda….
Ma la storia è molto più lunga, ricca di pani e di ingredienti! Da non perdere. Assolutamente.