Street Food, la storia del cibo di strada italiano in infografica
Si è abituati a chiamarlo street food e questo termine forse confonde sulle origini del cibo di strada che invece ha le sue origini agli albori della civiltà. Nell'antica Grecia il cibo di strada era il pesce fritto che veniva cucinato subito dopo essere stato pescato.
L'usanza di mangiare per strada arrivò velocemente nell'Antica Roma. Lungo le vie dell'Impero erano numerose le tabernae - delle piccole strutture rivolte verso la strada - che offrivano ai viandanti diversi servizi. Si poteva usufruire dei fornelli per scaldarsi il cibo portato da casa oppure mangiare ciò che ogni "cuoco" proponeva.
Così sono nate le ricette tipiche, create seguendo le tradizioni di famiglia sfruttando al massimo i prodotti tipici delle zone, così è nato il cibo di strada italiano che vanta ricette di ogni tipo e per tutti i gusti. Ci sono gli arrosticini abbruzzesi, ovvero lunghi spiedini di carne di pecora tagliata in piccoli pezzi che vengono cotti alla brace su un braciere dalla forma allungata chiamato "lu fucon".
Sempre a base di carne ci sono i cibi di strada come il Lampredotto di Firenze, fatto con uno dei quattro stomaci del bovino, che viene servito in un panino caldo. Anche ad Ancona si apprezzano le spuntature, ovvero budella di vitello o agnello bollite e condite con peperoncino e aromi naturali.
La pizza bianca con la mortadella a Roma è un classico della pausa pranzo, ma anche dello spuntino di mezzanotte. A Genova si può trovare facilmente la farinata - una sorta di frittata di farina di ceci - davvero deliziosa. Non possiamo non citare il pane e panelle di Palermo o le seadas di Cagliari. Tanto meno possiamo trascurare di ricordare Perugia e la torta al testo: una sorta di piadina fatta con acqua, farina, bicarbonato e sale cotta su un piano di ghisa.
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