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Prosciutto cotto e Soave. Delicati momenti di piacere
C’era un tempo in cui il prosciutto cotto veniva prodotto utilizzando le carni di maiale che non potevano essere salate o stagionate; un salume di scorta, da realizzare in casi di emergenza.
Un’immagine ben lontana da quella odierna, che lo vede come uno dei protagonisti delle nostre tavole. I motivi del suo successo sono presto detti: grande attenzione alla qualità delle materie prime (controllate sempre che le carni provengano da allevamenti italiani) e un occhio di riguardo all’apporto calorico.
Il prosciutto cotto, insieme alla bresaola, è nutrizionalmente ricco di proteine, povero di grassi e di sale, pertanto non ipercalorico, rientrando tra gli alimenti spesso consigliati dai dietologi.
Se aggiungiamo il gusto, ecco servita una miscela perfetta per deliziarci con un occhio di riguardo alla linea.
Il colore rosa chiaro, con il sottile grasso di cotenna uniforme e compatto, delizierà lo sguardo, la piacevole nota muschiata l’olfatto, e il gusto lieve, con aromi carnei e di nocciola legati ad una meravigliosa masticabilità, sono un biglietto da visita perfetto per il palato, gratificato anche dal processo di cottura che conferisce al prosciutto cotto un maggiore grado di tenerezza, rendendolo particolarmente appetibile.
Per sapori così delicati il vino in abbinamento dovrebbe avere un colore giallo paglierino con riflessi verdolini, un profumo di fiori bianchi con un tocco di vegetale, accompagnato da un sapore fresco, ben equilibrato e una struttura non accentuata. L’idenkit conduce senza dubbio al Soave, vino prodotto in Veneto da uve Garganega (vitigno autoctono a bacca bianca), di cui tesseva le lodi già Gabriele D’Annunzio, definendolo “il vino della giovinezza e dell’amore”.
Per un pasto veloce potete servire il prosciutto cotto all’interno di una fragrante baguette, accompagnandolo con dello stracchino o della ricotta fresca e poco salata, in compagnia di un calice di Soave, da servire tra gli 8 e 10 gradi…ed ecco a voi un momento in cui la leggerezza incontra il gusto.