Cacciucco con 5 C…

Cacciucco con 5 C…

Rivisitare un piatto dalle antiche tradizioni insieme a degli amici può rappresentare tanto una sfida quanto un gioco, ma soprattutto un momento di convivialità.
Se parliamo poi di un vero e proprio must della tradizione culinaria Toscana, il gioco si fa duro e bisogna profondere un impegno importante per non svilire una preparazione antica e nobile.

Parlando del Cacciucco non possiamo che fare riferimento alla ricetta vanto e tradizione della città di Livorno.
La parola cacciucco in questa regione del centro Italia ha assunto il significato di mescolanza rappresentando anche preparazioni a base di carne o di verdure, per quanto il piatto a base di pesce sia notoriamente il più famoso e importante.

Le origini non ben definite risalgono alla notte dei tempi: alcuni sostengono le origini fenicie, altri propendono per la derivazione del nome dalla parola turca Kuçuk (che tradotta significa “di piccole dimensioni” come i pezzi che compongono la zuppa), taluni dal nome del pesce spagnolo cachuco, corrispettivo del nostro dentice, comunemente utilizzato per indicare il pesce nella penisola iberica.
L’ipotesi più accattivante è quella che lega il piatto alla storia di un pescatore livornese che perse la vita in mare.

La famiglia, rimasta senza sostentamento, si recò al porto per ricevere del pesce di dagli altri pescatori; le varie tipologie vennero mescolate e bollite, per essere in seguito rovesciate su un piatto contenente del pane. Così nacque, secondo leggenda, il famoso Cacciucco alla Livornese.

Non fatevi comunque ingannare dalle radici povere di questa piatto che non fanno rima con semplicità, visto che prevede una moltitudine di ingredienti e una preparazione lunga e laboriosa.

Una prima distinzione va effettuata sul tipo di pescato da utilizzare che, come recita la ricetta livornese, deve essere esclusivamente di scoglio, con la presenza di seppie, polipi, calamari, totani, cozze, vongole, cicale, gallinelle, scorfani, capponi, etc…. Una varietà impressionante di materie prime che andranno sapientemente messa a cuocere, secondo un ordine dettato dalla consistenza delle varie carni, in un tegame dove avrà soffritto aglio, salvia, peperoncino e pomodori freschi. In seguito si procederà allungando la cottura con un brodo composto da carote, cipolle, sedano, prezzemolo, aglio, vino rosso e le teste dei pesci più grandi. A conclusione il tutto andrà adagiato sul del pane arrostito e strusciato con dell’aglio.

Il piatto risultante sarà un vero e proprio trionfo di sapori da abbinare, non me ne vogliano i tradizionalisti, con una bottiglia di Champagne Rosé, dove la mineralità e il residuo di anidride carbonica del vino creeranno uno splendido contrasto con le sensazioni marine del piatto.
Armatevi di pazienza e mettetevi ai fornelli, con la certezza che i vostri sforzi saranno ripagati da una cena indimenticabile.

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