Un libro sui panini? Eccolo, il pan’ino
Recensire un libro. A memoria, non lo abbiamo mai fatto. C’è sempre una prima volta, per fortuna oserei dire. Panino d’autore parla di panini, di food in generale e di tanto altro. Con alti e bassi, ma sempre con passione e divertimento. Senza prendersi troppo sul serio. In fondo, è sempre cibo e affini, non fisica nucleare. Se libro deve essere, che libro – di panini – sia. Non potrebbe essere altrimenti. Giochiamo “in casa”, conosciamo la materia. Senza modestia, possiamo dire di averne visti tanti, di chef stellati o di amici, di foodblogger o di voi utenti, tutti diversi tra loro, ognuno con un suo “perché” (è la parte che spesso ci piace di più, ci dice molto, se non tutto, sulla genesi di quel panino). E ci siamo divertiti a scoprirli, vederli, scrutarli, assaggiarli e a volte prepararli a casa nostra. Sull’esito della “replica”, non diciamo nulla.
Poche settimane fa è uscito in libreria un nuovo libro. Il titolo è chiaro: Pan’ino. Andiamo per gradi. L’argomento è semplice da intuire, si parla di panini. Dai classici a quelli dal mare, passando per i vegetariani. L’editore è Guido Tommasi, che di libri – in particolare di food – se ne intende (eccome). L’autore è “doppio”: da una parte Maria Teresa Di Marco, una delle autrici del blog la cucina di calycantus; dall’altra Alessandro Frassica, da molti (se non da tutti) conosciuto come ‘Ino, noto angolo fiorentino di Via dei Georgofili in cui i panini sono protagonisti ogni giorno, tutte le stagioni, per tutti i gusti.
Alessandro lo conosciamo da tempo, adesso lo si può trovare anche nell’astronave romana di Eataly, lui che ha sdoganato il panino fatto in un certo modo (ricercato negli ingredienti e negli abbinamenti) e oggi lo propone con successo al grande (e numeroso) pubblico di Eataly. Roba non da poco, inimmaginabile pochi anni fa, quando Alessandro aprì ‘Ino a Firenze e noi di panino d’autore iniziavamo in parallelo il nostro percorso con gli chef e Marco Bolasco (attraverso questo blog e i numerosi eventi in giro per l’Italia).
Il libro è “accogliente”, mi piace definirlo così. Già dalla copertina, che molte volte è il motivo scatenante per cui uno decide di acquistare un libro. Una bella e fragrante focaccia riempita con fette di mortadella (Bologna IGP? Non abbiamo dubbi in tal senso). Cosa chiedere di più? Bello anche il messaggio che si può leggere tra le righe, osservando forchetta e coltello rispettivamente alla sinistra e alla destra del panino. Certo, un panino non si mangia con forchetta e coltello, ma può essere il (buon) sostituto di un pasto. Se fatto bene, con ingredienti di qualità, bene assemblati tra loro, un panino può significare molto di più di “qualche semplice morso”…
Leggiamo l’introduzione, per capirne (e farvi capire) di più. “Cosa c’è di più semplice di un panino? Pane e companatico, un taglio nel mezzo e farciture a piacere. Visto così il panino è quasi l’anti-cucina […]. Ma quando Alessandro Frassica ha immaginato il suo Pan’ino non cercava una via per fare prima, ma un modo per raccontare delle storie, per dipanare il filo dei racconti stratificati proprio lì, tra il pane e il companatico. Perché certo, se il panino è semplice, non per questo è facile”. Come vedete, anche per Alessandro ogni panino ha una sua storia, un suo perché…
Altre due piccole citazioni tratte dall’introduzione, che ci sentiamo di condividere appieno: la prima, per cui è “questione di ingredienti, di materie prime, di persone e di scelte”. La seconda, secondo cui “un pan’ino non è a caso”. Ci sentiamo vicini al pensiero di Alessandro (e di Maria Teresa in questo caso) e lo condividiamo con voi, amici dei panini d’autore.
Il libro, oltre alle parole, contiene tante bellissime foto, ingrediente necessario per un libro di food. Foto di ingredienti, di preparazione, di piatti, ma soprattutto di volti. Quei volti, quasi sempre sorridenti, che addentano un panino o lo guardano con “affetto”. Dopo le ricette, ecco la presentazione degli ingredienti e, dulcis in fundo, del fornaio. Perché è così, senza un buon fornaio (e dunque un buon pane) sarebbe difficile creare un buon panino. Lo sappiamo bene…
Il libro ci è piaciuto, è stato bello sfogliarlo. Pensiamo sarebbe lo stesso anche per voi. Se lo volete, sapete dove cercarlo (vedi Amazon) o dove trovarlo (vedi libreria sotto casa). Facile a dirsi, ma in questo caso anche a farsi.