London Calling – Seconda parte
Fish and Chips. Il nome suona bene, scivola velocemente sul nostro palato mentre lo pronunciamo, creando una sorta di acquolina che verrà soddisfatta soltanto nel momento in cui riusciremo ad addentare un trancio dorato di questa delizia. Abbiamo già detto di come un piatto possa essere testimone di una lunga storia, custode di una tradizione che lo lega in maniera indissolubile al suo territorio di nascita. Poche preparazioni al pari del fish and chips possono raccontarvi gli usi e i costumi della Gran Bretagna, in cui la genesi di questo portata ha un sapore antico e ricco di fascino. Immaginate un fetta di pesce (in primis merluzzo con la variante dell’eglefino o della platessa) fritto impanato o in pastella servito con un’abbondante razione di patate preparate con la medesima modalità, servito tradizionalmente in fogli di giornale, accompagnato magari dalla classica salsa Worcester con il suo inconfondibile sapore agrodolce e leggermente piccante. Le prime testimonianze di questo english food risalgono addirittura al 1800, e la sua origine territoriale è accostabile al nord dell’isola, in cui abbondava la pesca e di conseguenza la necessaria materia prima. Si diffonde rapidamente ed arriva a Londra nello stesso secolo, a tal punto che anche uno scrittore come Charles Dickens ne scriveva nei suoi romanzi. Il perché di tanto successo è facilmente intuibile, essendo questo un piatto che si adatta perfettamente ai ritmi della società inglese, spesso frenetici, e in linea con la filosofia da loro inventata del take away, ossia di quel mangiare veloce che non chiude però le porte alla ricchezza del gusto e ai sapori decisi. D’altronde i numeri parlano da soli, con oltre diecimila punti vendita sparsi capillarmente su tutto il territorio dell’Inghilterra, con un consumo annuo che non conosce battute d’arresto. Concedersi di tanto in tanto uno spuntino a base di pesce fritto è una tentazione alla quale è difficile rinunciare, ricordando comunque che, per tipologia di preparazione e apporto calorico (all’incirca 700 calorie per un trancio medio), non bisogna renderlo un’abitudine quanto piuttosto uno sfizio da consumare saltuariamente, magari accompagnandolo con una pinta di India Pale Ale, una tipologia di birra dalle irresistibili sensazioni di luppolo.