Dalla tavola da pranzo alla tavola da pittura: i salumi sulle tele
Da quando abbiamo iniziato ad utilizzare l’arte per rappresentare il cibo? Praticamente da sempre… dipinti, affreschi, sculture, graffiti: fin dalla preistoria arte e cibo sembrano legati da un filo indissolubile. Lo “stare in tavola”, dalle pietanze alla condivisione, rivive nelle opere di tanti straordinari artisti.
Oggi vogliamo fare un breve viaggio proprio nel mondo dell’arte e andare a curiosare su come, anche i salumi, hanno guadagnato un loro spazio sulla tela… Il loro “secolo d’oro” è senza dubbio il Seicento, quando la natura morta “alimentare” diviene un genere pittorico particolarmente richiesto per il suo carattere decorativo. Ogni genere di pietanza si affaccia sulla tela, dai pesci alla frutta alle carni fino alla verdura e selvaggina: un modo, per le classi nobili, di esorcizzare carestie ricorrenti e povertà facendo sfoggio di abbondanza e ricchezza.
Così, tra queste pietanze, fanno la loro comparsa anche prosciutti, insaccati e salumi. Andando ad indagare su alcuni degli artisti più rappresentativi troviamo Jacopo Chimenti (1551-1640) conosciuto come raffinato buongustaio. Ben dieci le nature morte da lui realizzate. Nel suo universo i prodotti della cucina e della terra si fondono per offrirci un mondo colorato, composto da polli, salsicce, carne, recipienti e cibi. Nelle sue opere rivivono i prodotti presenti nei mercati cittadini, esaltati da un fondo scuro che aumenta l’effetto della luce e permette allo spettatore di distinguere fra cibi cotti e crudi. Sotto l’influsso delle nature morte fiamminghe, scopriamo poi pittori come Vincenzo Campi (ca. 1535/40–1591), che ha ritratto celebri scene di genere, in cui i prodotti della terra si sposano con i volti grotteschi dei popolani. Per concludere questa triade spostiamoci nel settecento e ricordiamo Giacomo Ceruti (1698 – 1757), esponente importante di una sensibilità artistica “lombarda”, in cui dominano realismo, moderazione e genuinità. Diverse le nature morte di pregio da lui realizzate, tra cui “Natura morta con pane, salame, noci, coltello e piatto di peltro”.
La nostra impressione è che alcuni quadri siano talmente belli, autentici e così veri che, oltre a restarli ad ammirare incantati, ti diano subito dopo la sensazione di avere voglia sul serio di quanto è rappresentato!