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Come la casa di Baba Jaga
Il Postrivoro è un animale immaginario. Immaginario e saltuario. Il Postrivoro è un luogo immaginario. Immaginario e saltuario.
C’è ma non sai dove si appollaierà. Per il momento mette su “casa” a Faenza nel cuore della Romagna, poi chissà!
“Nasce per fare rete, creare sinergia tra giovani di varia professionalità che si occupano di enogastronomia – racconta Enrico Vignoli, fondatore con altri sette del gruppo che organizza cene da convivio. Il nome è inventato. Ricorda tante cose: un animale da bestiario medievale, il nutrirsi, un luogo segreto che diventa pubblico, una capanna che come quella della leggenda di Baba Jaga si spostava esistendo solo quando ha ospiti”.
Il Postrivoro è giovane (ha solo un paio di mesi), è un luogo che si materializza al tramonto di un sabato per dissolversi la domenica successiva. In date comunicate attraverso il sito e il passaparola. Si cena e si pranza al medesimo tavolo, massimo venti persone, dialogando con lo chef di turno (il cui volto, la cui esperienza incarneranno il Postrivoro di quella specifica assemblea) e gli altri ragazzi del gruppo: tutti di altissimo profilo. “Non esiste un Postrivoro uguale all’altro, lo fanno le persone che lo vivono e gli umori delle giornate stesse. È seriale ma non prevedibile, è come cercare un allineamento astrale: quando abbiamo il posto, lo chef, l’esperto che abbini le bevande e noi tutti del Postrivoro nello stesso week-end allora mettiamo una bandierina al calendario – spiegano il progetto gli organizzatori degli incontri – La convivialità sarà la padrona di casa. Dialogheremo mangiando, scambieremo impressioni ed esperienze personali. Insieme faremo comunicazione gastronomica”.
Il prossimo appuntamento (già sold out!) è fissato a marzo per il 3 (cena) e il 4 (pranzo). Ai fornelli Takahiko Kondo, collaboratore di Massimo Bottura all’Osteria Francescana di Modena. Motivo guida del menù: il ciclo della vita, sette portate di stagione e con ingredienti del territorio, intrecciando tradizione italiana e influenze giapponesi. Agli abbinamenti nel bicchiere penserà Lorenzo Rondinelli del Trussardi alla Scala di Milano.
A seguire, nel Chiostro della Commenda dell’ex convento dell’XI secolo nel rione Bianco, il menù elaborato da August Lill per il 28 e 29 aprile, le interpretazioni di Franco Aliberti a maggio e dopo la pausa estiva, a settembre la cena con Antonia Klugmann, recentemente ascoltata ad Identità Golose nello spazio tutto al femminile che più di altri sta facendo parlare gli addetti ai lavori.
Perché ancora una volta il futuro passa per le menti dei giovani e mai come adesso, ci pare, tra le mani delle donne. Laddove c’è il coraggio di farsi ascoltare. I nostri più sinceri auguri al Postrivoro, interpretazione italiana di realtà già attive a Parigi e Londra.