Avventura Panino
Mi piace definire avventura il mio percorso dentro e fuori il mondo del panino.Una cosa cominciata per gioco -trattandosi di amore giovanile davvero molto consumato- che si è poi intrecciata e incrociata molto con il mio lavoro di giornalista gastronomico.
Così sono nate idee, articoli, una trasmissione televisiva e infine un blog. Il concetto di panino d’autore non l’ho certo creato io ma credo di aver dato un buon contributo alla causa.
Così come lo hanno dato tutti i lettori, gli appassionati, i curiosi con cui ho avuto modo di condividere pensieri, proposte e ricette. Il successo del panino è nella sua stessa natura: semplice, immediata, popolare, fantasiosa e farcita. Un modello, un veicolo in grado di raggiungere tutti mettendo insieme esperienze e cultura che vanno dal cibo di strada alla creatività dei cuochi, dai prodotti più nobili e griffati a quelli più semplici e comuni. In un certo senso quello del panino è un linguaggio, adattabile a contesti e persone diverse, che possiede caratteristiche di universalità e fruibilità. Dal punto di vista del design è un fenomeno che andrebbe studiato meglio!
Per adesso ringrazio tutti i miei compagni di viaggio e mi faccio un po’ da parte. È un arrivederci, non un addio. Perché gli impegni mi chiamano anche altrove, perché forse potrò studiare meglio la materia e tornare più preparato, perché è giusto dare spazio anche ad altri, competenti ed entusiasti quanto me. Perciò vorrei passare il testimone ad un gruppo – il più variegato possibile – di amici e colleghi che mettano in campo soluzioni e ricette originali. Li coinvolgerò e li solleciterò, così da aprire a nuove piccole grandi idee, in un via-vai di contributi che non farà altro che arricchire il nostro blog.
Perché dentro alla ristorazione, fra gli artigiani e nel mondo della comunicazione è nata una vera e propria corrente di pensiero che ha capito che anche sdrammatizzando e semplificando (o forse soprattutto) si può fare qualità e che due fragranti fette di pane possono essere un buon modo per proporla. Sono certo che loro potranno ampliare il nostro raggio d’azione e che proprio da loro nasceranno i nuovi percorsi. Di una gastronomia che non ha bisogno di esperti e che, più che sottolineare l’esclusività, vuole invece includere tutto ciò che dentro alla nostra idea di panino -e alla filosofia che c’è dietro- ci può stare.
E allora fiato alle ciriole, in alto i salami e – per parte mia – un arrivederci a presto goloso e felice!