Alessandro Frassica, lo chef dei panini di Firenze
Ciao, sono Alessandro Frassica di ‘Ino. Forse già mi conoscete. Forse avete visto (assaggiato?) i miei panini in quel di Firenze. Forse no. Ma poco importa. Faccio infatti capolino qui per raccontarvi un’esperienza (non la ricetta di un nuovo panino), una tappa che non fatico a definire molto importante nel nostro percorso.
Quando cinque anni fa siamo partiti, immaginandoci un nuovo modo di presentare e proporre un pasto tanto semplice quanto “stimolante” come il panino, non ci immaginavamo di certo che un giorno saremmo andati alla Comunità di San Patrignano per vivere insieme a loro un’esperienza coinvolgente. In cui il protagonista è stato, appunto,il panino!
L’invito che Andrea Muccioli ed i suoi collaboratori mi hanno fatto era perfettamente calzante con la nostra filosofia, ed in più mi permetteva di vivere la Comunità ed i ragazzi che la frequentano da dietro le quinte, insieme a loro.
L’idea alla base di questo invito era semplice nelle intenzioni: come fare un buon panino? E questa finalità si è poi dimostrata nei fatti entusiasmante e coinvolgente.
Siamo andati per gradi, come è giusto che sia. Prima di tutto partendo dagli ingredienti giusti, ed a Squisito tutto questo non manca: come molti di voi sapranno la comunità di San Patrignano produce un ottimo pane e dei salumi e formaggi favolosi.
In più, durante la manifestazione di Squisito, nel villaggio degli artigiani è facile trovare e incontrare tanti ottimi produttori, e quindi non c’era che l’imbarazzo della scelta.
Siamo passati allora col fare la spesa, scegliendo i prodotti che ci servivano, tenendo conto di dover realizzare delle ricette che fossero allo stesso tempo intriganti sotto l’aspetto del gusto ma anche corrette sotto l’aspetto nutrizionale.
Dopodiché siamo andati nel “nostro” spazio all’interno dell’Area Lounge e, dopo aver messo sul tavolo tutto queste bontà culinarie, siamo andati alla ricerca degli abbinamenti giusti, gustosi, creativi, privilegiando naturalmente l’equilibrio e l’armonia.
E allora ecco la ricerca del tipo di pane giusto, e poi dei salumi, dei formaggi e delle salse, senza dimenticare le verdure e il pesce (ebbene sì, il pesce). Per ottenere panini un po’ per tutti i gusti, classici, vegetariani, senza carne, senza formaggio. In modo da non “scontentare” nessuno!
Una serie di ricette da poter proporre ed alternare nel corso dei quattro giorni della manifestazione.
Come attrezzatura avevamo a disposizione un forno per scaldare il pane ed eventualmente qualche formaggio, taglieri, coltelli ed un frigo per la conservazione dei prodotti. Niente di più e niente di meno, il necessario per fare un buon lavoro, soprattutto appetitoso!
Insieme a me, fin dal principio, due ragazze della comunità. Che mi avrebbero affiancato i primi due giorni per poi “spiccare il volo” e gestire in autonomia lo spazio, senza il mio aiuto e la mia presenza.
Ebbene sì, perché uno degli scopi di questa esperienza era proprio quello di coinvolgere e responsabilizzare le persone della Comunità! Mettere a loro disposizione la mia esperienza, la mia competenza (se così la possiamo chiamare quando si parla di panini), il mio modo di vedere e vivere le cose.
È stato bellissimo, non c’è che dire.
Dopo le naturali titubanze del primo giorno, gli imbarazzi si sono via via sciolti…e prima che ripartissi per fare ritorno a casa, … erano lanciatissime e bravissime, con una sicurezza e dimestichezza invidiabili…
Tutto è filato liscio (anche senza di me), nessun problema durante la manifestazione, ma di questo ne ero certo. Il bello è che si sono lanciate anche in qualche loro personale interpretazione, a dimostrazione che la voglia di inventare e di mettere in pratica qualcosa di nuovo – in questo caso un panino, ma a San Patrignano questo voler fare si trova quotidianamente in tanti campi, in mille ambiti diversi – è un modo favoloso di (ri)lanciare le cose di tutti i giorni…per renderle uniche e speciali!