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Vola, colomba vola!
Scusa sai… mi piange proprio il cuore! Sarò ripetitiva, ma lo spreco proprio no, non lo mando giù. Allora rimbocchiamoci le maniche, aguzziamo l’ingegno e plasmiamo a nuova vita colomba, pinzimonio, cioccolato, carne, uova… in piatti orgogliosamente recycling eco-style.
“È restato in tavola, nel frigorifero, nelle dispense circa un terzo del cibo acquistato o regalato nella settimana di Pasqua, durante la quale gli italiani hanno speso complessivamente 3 miliardi di euro in prodotti alimentari e bevande”.
Ferale, dritta come una lama arriva puntuale la stima di Coldiretti . Ma subito dopo getta il seme della speranza: è possibile salvare dal bidone circa un miliardo di euro di spesa.
“Tutte le case dopo il periodo pasquale sono piene di dolci avanzati, pane indurito, agnello non consumato, uova in prossimità di scadenza, salumi, formaggi vari e pezzetti di cioccolato ovunque che con un po’ di fantasia – sottolinea la Coldiretti – possono essere recuperati con gusto. La colomba, per esempio può essere consumata a colazione ripassandola in forno per renderla più croccante, le pizze rustiche possono diventare un ottimo antipasto dei giorni successivi e il vino avanzato può essere utilizzato in cucina per insaporire e sfumare i piatti”.
L’agnello con tanto di intingolo tornerà a far brillare i vostri occhi avvolto da verdure e ripassato al forno. Quello arrosto va invece tagliuzzato, infilato nel mixer con un uovo, pane raffermo, una grattugiata di parmigiano, qualche foglia di prezzemolo e aiutandosi con le mani (o due cucchiai, ma il massaggio sulle dita è pure terapeutico) ricavare delle polpette da rotolare nel pangrattato, quindi in forno a croccare.
Con il cioccolato si possono realizzare degli ottimi ciambelloni, molto graditi ai bambini, basta scioglierlo a bagnomaria e aggiungerlo all’impasto della torta. Le verdure grigliate o ripassate in padella renderanno golose frittate aggiunte di salame e residui di formaggi, oppure faranno la loro bella figura sotto forma di ratatouille.
“Recuperare il cibo è una scelta di sobrietà che – secondo la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente con una minore produzione di rifiuti. Un’usanza molto diffusa nella cucina italiana che nel passato ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta, al sud la frittata di pasta o le braciole di carne, gli squisiti involtini ottenuti dal roastbeef con l’aggiunta di salame e formaggio”.
E perché no un panino con la colomba? Come suggerisce ad esempio Dario Loison , maestro nel creare dolci artigianali con lievito madre, la colomba può spiccare nuovamente il volo in un sandwich di prosciutto di Parma o di San Daniele (ma anche d’anatra che a quanto pare s’addice ancor di più al gusto dolciastro) e maionese vegetale ottenuta mixando spinaci sbollentati, olio extravergine d’oliva, sale e pepe nero.